UNA SCULTURA CONTRO OGNI DELIRIO COLLETTIVO

Pubblicato il 8 Settembre 2023

A Milano, all’angolo tra via Gian Giacomo Mora e Corso Porta Ticinese, si trova, fissata al muro e protetta da una rientranza tra due costruzioni, una strana scultura in bronzo.
Questa scultura risale al 2005 e si presenta come una sezione di cilindro cava al suo interno, quasi due ali compatte che cercano di racchiudere il vuoto.

Capirne il senso è possibile se si ricorda, come la vicina targa commemorativa fa, che proprio lì, durante la peste milanese del 1630, abitava il barbiere Giangiacomo Mora.
Quel barbiere, ingiustamente accusato di essere un untore cioè un diffusore di peste, fu torturato e ucciso, mentre la sua casa venne distrutta.
E ciò avvenne – come Manzoni denuncia nel testo Storia della colonna infame- perché un altro disgraziato si trovò, analogamente e ingiustamente, ad affrontare l’accusa di essere un untore. Si trattava di Guglielmo Piazza, un commissario che aveva il compito di controllare lo stato di salute dei milanesi.
In un giorno di pioggia, mentre cercava di ripararsi dalle intemperie vicino ad un edificio, Piazza venne visto da una donna. Costei, una tra i tanti interpreti della follia collettiva per cui la peste dipendeva dagli untori, credette che Piazza spargesse unguenti sui muri e lo denunciò. Il commissario fu subito arrestato e torturato; così, alla fine, confessò ciò che il torturatore voleva, ossia di essere un untore. Non solo: denunciò di aver cosparso il muro con una sostanza datagli dal barbiere Giangiacomo Mora, che in realtà preparava unguenti contro il contagio; pertanto, anche Mora subì la stessa infamante sorte.

A memoria, nello stesso anno e sopra le macerie della casa del barbiere, fu posta una colonna, la colonna dell’infamia, per fortuna in seguito eliminata.
Oggi la scultura in bronzo, oltre che il nome della vicina via, ricorda la storia terribile e ingiusta, di cui Giangiacomo Mora fu vittima.

E ricorda che è meglio il vuoto -o il silenzio- piuttosto che colonne -o accuse- falsamente infamanti.

Luisa Maioli
Ogni venerdì, dalla trasmissione “L’Ora dei Galli” condotta da Vincenzo Giuliana dal lunedì al venerdì dalle ore 6.00 alle ore 8.00.
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