DIPENDENTI FACEBOOK CONTRO REGOLE PUBBLICITA’ DEI POLITICI

Pubblicato il 1 Dicembre 2019

Una lettera, firmata da circa 250 dipendenti di Facebook, critica la decisione presa dall’azienda di non sottoporre gli annunci a pagamento dei politici a una verifica sulla veridicità del loro contenuto, permettendo di conseguenza la diffusione di notizie false sulla piattaforma. Nella lettera, indirizzata a Mark Zuckerberg, e gli altri dirigenti, i dipendenti definiscono le politiche del social network sulle pubblicità dei politici una “minaccia” a ciò per cui Facebook si batte, e sottolineano che la libertà d’espressione e la libertà di pagare per dire ciò che si vuole non sono la stessa cosa.

Al termine della lettera i dipendenti hanno elencato alcuni suggerimenti per modificare le regole sugli annunci pubblicitari da parte dei politici. Tra le varie cose, suggeriscono di sottoporre gli annunci politici alle stesse regole in vigore per gli altri tipi di pubblicità, di mostrare gli annunci con una grafica diversa, in modo che siano più facilmente distinguibili dai normali post, di introdurre limiti di spesa per i singoli politici, di far rispettare agli annunci il silenzio elettorale e di limitare la possibilità di personalizzare gli annunci.

Un portavoce di Facebook ha risposto alla lettera dicendo

la cultura di Facebook è costruita sull’apertura, e apprezziamo che i nostri dipendenti esprimano la propria opinione su questa importante questione. Continueremo però a non censurare i discorsi politici, e a esplorare nuovi modi per aumentare la trasparenza degli annunci politici

La lettera è arrivata dopo che nelle scorse settimane il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva pubblicato su Facebook, promuovendolo a pagamento, un video secondo cui Joe Biden, uno dei principali candidati alle primarie dei Democratici per le elezioni del 2020, aveva promesso un miliardo di dollari al governo ucraino per far licenziare il procuratore generale che stava indagando sul figlio Hunter. Nonostante la storia fosse provatamente falsa, Facebook aveva deciso di non rimuovere l’annuncio, motivando la decisione con la modifica delle regole del social network sui contenuti a pagamento.


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